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ianilo marchesi carcinoma infiltrante scarsamente differenziato

Combatto una malattia al collo nella parte cervicale laterale sinistra, e due tumori ai polmoni. Nel 2006, ho fatto terapie intensive di chemio e 36 trattamenti di radio. Nel 2007 recidiva dei noduli laterocervicali con aumento delle dimensioni, dovendo cosi fare di nuovo trattamenti di chemio. Continuo a combattere, credere sempre. Per scrivermi e ne vuol far partecipe i lettori del blog. ianilo@gmail.com

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Nome:
Località: Riotorto, Livorno, Italy

** La verità alle volte è più vicina di quanto si creda, ed alle volte si può nascondere nelle righe di qualche paragrafo.** Se il mio blog può essere di aiuto a qualcuno, ne sarò felice.

lunedì, dicembre 31, 2007

Buon Anno 2008 da ianilo

Ciao a tutti, il 2007 è passato, non credevo di farcela invece eccomi ancora qui, con una nuva sfida:
augurarvi buon 2009. Si oggi vi auguro sinceramente di passare con amici, conoscenti o famifliari la notte del passaggio al 2008, e che possiate in questo nuovo anno realizzare i vostri sogni nel cassetto, trovare un buon lavoro, trovare una persona che vi capisca e che vi voglia bene, e che non prendiate malanni, nel mondo ce ne sono abbastanza, senza che altri se ne aggiungano.

Per me è stato un'anno doloroso, ma con coraggio e determinazione, con l'aiuto dei medici che mi son stati vicini, e degli amici sparsi in tutta Italia, son riuscito a superare giornate nere e turbolente. Grazie a tutti.

Attenzione ai fuochi, ci sono in vendita fuochi fatti male e che possono far male, poi vista la situazione italiana e delle famiglie italiane, non vedo poi che ci sia da festeggiare. Un saluto alle famiglie degli operai della Thyssenkrupp, nella speranza che tragedie come questa non succedano più.
BUON 2008

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sabato, dicembre 29, 2007

Medicazione per intervento su ciste sebacea

Ciao anche stamani alle 7, 1/4 puntuale la dottoressa Guidoni è venuta in ambulatorio all'ospedale di Villamarina e mi ha fatto la medicazione.
Come volevasi dimostrare quando mi ha tolto la garzetta posta nella ferita e ha iniziato a mettermene un'altra, ho sentito i botti di capodanno esplodermi nel cervello.

Son stati credo 20 secondi che botti, luci e stelle di natale si mescolavano, e una faccina ghignante mi girava intorno e mi augurava buon anno.

Ora devo riandare in ambulatorio alle 11.20 del giorno 2 gennaio 2008, per un'altra medicazione e cambio garzetta. Bene inizio bene anche sto 2008, ma io sono forte, (sigh) w supererò anche questo. Voglio farcela, e passare un'altro Natale con le mie figlie e nipoti. Buona giornata a voi.

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venerdì, dicembre 28, 2007

Trombosi, una guida per scongiurarla

Da quando ho avuto l'occlusione trombotica completa della vena giugulare, ho iniziato a leggere tutto quello che mi poteva servire per capire questa malattia. La Trombosi.

L'immobilità, la chirurgia, i farmaci e il tumore stesso possono aumentare il rischio di alterazioni della circolazione sanguigna.

Troppo spesso presa sottogamba, la trombosi venosa è un'insidia che merita la massima attenzione da parte di medici e pazienti, specialmente nel caso di malati di tumore. Questa è la posizione di alcune delle più importanti società scientifiche del settore, come l'American Society for Clinical Oncology (Asco) negli Stati Uniti e, in Italia, l'Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), che da tempo lavorano per aumentare la consapevolezza dei rischi.

Entrambe le associazioni hanno da poco reso noti gli aggiornamenti delle rispettive linee guida, le indicazioni ai camici bianchi su come comportarsi per ridurre al minimo disagi e complicanze a carico dei loro assistiti. L'Asco inoltre ha compilato una guida per i pazienti e i familiari, anch'essa consultabile (in inglese) sul sito internet.

Il presupposto fondamentale delle nuove linee guida è quello dell'incidenza: secondo molti studi, infatti, la trombosi può colpire tra il 15 e il 20 per cento dei malati oncologici e la possibilità di sviluppare dei trombi, i grumi di sangue coagulato che ostacolano la circolazione venosa, è legata a cause di diverso tipo. Lo spiega Sandro Barni, direttore dell'Unità Operativa di Oncologia Medica dell'Azienda Ospedaliera di Treviglio e responsabile della linea guida omologa dell'Aiom: «Oltre al rischio collegato alla permanenza a letto e all'immobilità forzata, i tumori solidi possono rilasciare sostanze che favoriscono la formazione di trombi.

Inoltre alcuni trattamenti chemioterapici e ormonoterapici, compresi quelli più innovativi (tra i quali, soprattutto, i farmaci antiangiogenesi, come talidomide e lenalidomide, usati tra l'altro contro il mieloma multiplo, ndr) giocano un ruolo di grandi promotori dell'aggregazione, così come fanno gli interventi chirurgici, i cateteri centrali e la naturale tendenza all'aumento della coagulazione del sangue connesso ai tumori solidi, soprattutto in fase metastatica».

La trombosi, però, si può prevenire, almeno in una parte di malati, con l'uso di apposite calze elastiche e con una terapia preventiva a base di anticoagulanti, medicinali che rendono il sangue più fluido.

«Le nuove linee guida suggeriscono di iniziare una terapia con anticoagulanti nelle persone ad alto rischio, come quelle che devono necessariamente rimanere ricoverate per un lungo periodo; non solo: in caso ci siano stati episodi di trombosi, il trattamento dovrebbe proseguire per sei mesi dopo la dimissione, perché è dimostrato che il rischio di trombi, in coloro che ne hanno già avuti, non si esaurisce nelle prime settimane successive al rientro a casa ma dura molto più a lungo».

Una parte importante, nel documento dell'Asco, è riservata ai pazienti, che dovrebbero sempre chiedere al proprio curante se la probabilità di trombosi, nel loro caso, è più alta rispetto alla media, e che cosa si può fare per diminuirla; secondo gli oncologi americani, i pazienti dovrebbero porre al medico, tra le altre, le seguenti domande: «Che cosa si può fare per ridurre al minimo il pericolo che io sviluppi una trombosi? Nel mio caso, è possibile e corretto prendere in considerazione una terapia con anticoagulanti e, se sì, a che punto del trattamento e per quanto tempo?».

Particolarmente caute, perché statisticamente più esposte a disturbi della coagulazione, dovrebbero essere le persone anziane, quelle obese, quelle che hanno già avuto episodi di trombosi o casi in famiglia. I sintomi a cui prestare attenzione sono dolore, gonfiore o arrossamento della gamba, del polpaccio o della coscia.

Anche disturbi come un dolore al torace o difficoltà a respirare devono essere immediatamente riferiti al medico, perché potrebbero segnalare un'embolia polmonare, ovvero un trombo che ha raggiunto i polmoni e che può mettere in pericolo di vita.

Sull'importanza della partecipazione attiva dei malati Sandro Barni è pienamente d'accordo: «Anche in questo modo, infatti, migliora la consapevolezza del fatto che i trattamenti anticancro, anche i più nuovi, non sono mai esenti da rischi e si prendono decisioni più condivise e razionali. Inoltre, se un malato conosce quest'eventualità, seguirà con maggiore scrupolo le indicazioni e le terapie che riguardano la prevenzione».

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mercoledì, dicembre 26, 2007

Asportazione chirurgica ciste sebacea

Sono appena tornato all'ambulatorio chirugico di Vilamarina, nel quale la dottoressa Guidoni, mi ha sottoposto a pulitura della ciste.
Mi ha fatto un'incisione ed ha iniziato a pressare per far si che il sebo e il pus uscisse. Ho visto tutte le stelle e le luci di natale messe insieme, un vorticoso luccicchio che mi saliva fino al cervello. Attimi di dolore, fino a quando mi ha messo una garzettina nella ferita.
Ora devo andare alla medicazione sabato mattina alle 7 1/4. Speriamo in bene.

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domenica, dicembre 23, 2007

Part time malati cancro e familiari esteso a pubblico

Colgo l'occasione per farvi di nuovo i migliori AUGURI DI BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO, postando una buona notoizia per i malati oncologici e i loro familiari.

UN BUONA NOTIZIA:
Il consiglio direttivo di AIMaC (Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti e amici) esprime viva soddisfazione per l’iniziativa parlamentare bipartisan che consente di estendere al settore pubblico il regime contrattuale di cui godono i lavoratori affetti da tumori impiegati nel settore privato, completando cosi’ la norma della Legge Biagi del 2003.

“La norma oggi emendata fu a suo tempo caldeggiata da AIMaC e inserita nella riforma del mercato del lavoro grazie all’impegno dell’allora sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali, Maurizio Sacconi - si legge nella nota.

- Come e’ noto, essa consente ai dipendenti sottoposti a cure antitumorali di chiedere, e ottenere, il passaggio dal tempo pieno al part-time per riprendere il normale orario di lavoro quando le condizioni di salute migliorano.

La nuova norma (articolo 12 bis del D.l. in materia di lavoro e previdenza sociale, cosiddetto “Protocollo Welfare” oggi definitivamente approvato in Senato) comprende un’ulteriore disposizione, decisamente innovativa, che riconosce anche ai familiari lavoratori dei lavoratori malati un titolo preferenziale rispetto agli altri dipendenti nell’ottenimento del passaggio dal tempo pieno al part-time per consentire loro di prendersi cura del congiunto affetto da neoplasia”.

“Il completamento della Legge Biagi, oltre a contribuire a migliorare la qualita’ della vita dei lavoratori malati oncologici e delle loro famiglie, - commentano il presidente di AIMaC professore Francesco De Lorenzo e il vice presidente avvocato Elisabetta Iannelli, - rappresenta una vera e propria pietra miliare nella concezione delle tutele lavorative, che supera la tradizione dell’assistenzialismo per privilegiare la garanzia delle opportunita’. In questo caso, infatti, si assicura al malato oncologico che lavora l’opportunita’ di non essere espulso dal processo produttivo”.

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giovedì, dicembre 20, 2007

Ciste sebacea

Ciao, è proprio vero che i mali non vengono mai da soli. Era da diversi anni che avevo una ciste sebacea sulla schiena, ma che non mi aveva mai dato tanto pensiero.

Ora invece son 4 giorni che mi fà male e il dolore mi prende anche la spalla, allora sono andato a Villamarina e la Dottoressa. Guidoni, mi ha visitato, trovando la ciste molto infiammata.
Terapia: ittiolo e il giorno 26 alle 11 (si a natalino) la Dottoressa Guidoni che opera nel reparto chirurgia mi farà l'incisione. Passerà anche questa, ormai non mi spaventa più nulla.

Cosa è una ciste sebacea:
è una escrescenza dura, grande come un pisello ma che può diventare anche grande quanto una noce, formata dalla dilatazione di una ghiandola sebacea in seguito all'occlusione del suo sbocco naturale. L'occlusione è provocata dal solidificarsi della secrezione ghiandolare che arriva a formare una specie di tappo, bloccando così la fuoriuscita del materiale che intanto la ghiandola continua a produrre. Può capitare che si infetti, allora emana un odore sgradevole e provoca l'arrossamento e l'indolenzimento di tutta la cute sovrastante. Spesso si forma sotto la cute del cuoio capelluto.

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mercoledì, dicembre 19, 2007

Tumori del cervello, rivoluzionaria tecnica a Milano

OTTIMA NOTIZIA:

All’interno del nuovo reparto per la cura dei tumori al cervello dell'ospedale Niguarda Ca' Granda di Milano i pazienti oncologici potranno essere curati con il nuovo sistema per radiochirurgia Leksell Gamma Knife Perfexion, una forma di trattamento del tumore al cervello alternativa a quella chirurgica.

Si tratta di un’applicazione della radioterapia stereotassica per la cura dei tumori all’encefalo in profondità, malformazioni vascolari e nevralgie trigeminali. Facendo convergere 201 fasci di raggi gamma su un unico punto senza intaccare le strutture cerebrali circostanti, il sistema Gamma Knife Perfexion garantisce un intervento specificamente mirato sulle lesioni intracerebrali con una maggior salvaguardia del tessuto nervoso.

La nuova tecnologia presenta caratteristiche innovative che la differenziano notevolmente dai modelli Gamma Knife fino ad ora impiegati, offrendo la miglior performance in dosimetria e in sicurezza per pazienti e operatori, con un rapporto tra dose fornita ed esposizione alle radiazioni circa 10 volte migliore rispetto alle altre metodiche radianti. Al beneficio clinico si aggiunge una riduzione dei tempi di degenza, con la possibilità di distribuire meglio le risorse assistenziali e offrendo più opportunità di accesso alle cure.

Il casco di Leksell (dal nome del suo inventore) viene applicato alla testa del paziente. La sede e la forma della lesione vengono quindi definite con precisione mediante una risonanza magnetica, una tomografia computerizzata o un’angiografia cerebrale. Una volta stabilita la dose da somministrare, il paziente viene posizionato sul lettino. La durata del trattamento varia da 1 a 3 ore, durante le quali il paziente si mantiene costantemente in contatto con il personale di assistenza che segue la procedura con videocamera e microfono. Durante la terapia, il sistema Gamma Knife imprime alla testa del paziente piccoli movimenti, con una precisione di 0.2 mm, intorno al centro di irradiazione, così da “modellare” la cura sulla forma della patologia da trattare.

“Immaginiamo la possibilità di trattare tumori benigni o maligni del cervello con un metodo innovativo e non invasivo, usando una radiazione estremamente precisa che ha minimi effetti sui tessuti sani", ha detto Massimo Collice, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’Ospedale di Niguarda. "Grazie all’importante contributo della Regione Lombardia", spiega Pasquale Cannatelli, Direttore Generale dell’A.O. Niguarda Ca’ Granda, "il nostro Centro potrà offrire interventi di radiochirurgia con il modello più aggiornato di Gamma Knife garantendo un più efficace trattamento dei pazienti affetti dalle patologie di tipo oncologico e malformative. Sia i pazienti che lo staff beneficeranno di questo nuovo sistema che permetterà di razionalizzare il flusso di lavoro consentendo di trattare un maggior numero di persone”.

Fonte: Ufficio stampa Niguarda Ca' Granda, Milano 2007

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martedì, dicembre 18, 2007

CTI: richiedera' in anticipo ok UE su Xyotax per tumori polmonari

Ciao, ieri sera sono stato da mia figlia a cena per festeggiare i miei 65 anni. E' stato bellissimo, ora abbiamo anche tutte le feste per stare insieme, e questo mi ripaga per tutti gli sforzi per poter limitare il mio male.

Non ho potuto mangiare il tutto perchè ancora purtroppo senza la salivazione, non riesco a degustare bene, ma cerco di sforzarmi perchè penso che se si ha appetito è perchè stà andando abbastanza bene.


Una notizia:

Cell Therapeutics ha informato sull'esito degli incontri avuti con il rapporteur e co-rapporteur in merito alla propria richiesta di autorizzazione all'immissione in commercio per XYOTAX in Europa.
L'esito degli incontri, si legge in una nota, conferma la possibilità di sottoporre la richiesta nel primo trimestre del 2008, in anticipo rispetto alla prima metà del 2008 come originariamente previsto da CTI.

Il rapporteur ed il co-rapporteur, assegnati dall'EMEA, sono responsabili della consulenza scientifica sulla valutazione dei farmaci. CTI prevede di richiedere l'autorizzazione in Europa, sulla base dei risultati dello studio clinico di fase III STELLAR 4, per XYOTAX come agente monoterapico nel trattamento di prima linea del tumore non-microcitoma del polmone (NSCLC) in pazienti di entrambi i sessi con performance status 2 (ECOG performance status 2, PS2).

"Gli incontri sono stati molto produttivi ed abbiamo apprezzato i consigli forniti dai rapporteur su come presentare al meglio i nostri dati e la letteratura di supporto relativa ai farmaci di comparazione, gemcitabina e vinorelbina" ha detto Scott C. Stromatt, M.D., Executive Vice President, Clinical Development and Regulatory Affairs.

"Sulla base del loro feedback e del fatto che hanno convenuto su numerose componenti critiche della nostra domanda di registrazione, riteniamo di essere nella posizione di poter sottoporre la MAA nel primo trimestre, cioè con alcuni mesi di anticipo rispetto alle nostre precedenti previsioni".
Il tumore del polmone rimane il killer numero uno tra i tumori in Europa. L'incidenza del tumore polmonare in Europa rappresenta il 13% di tutti i tumori, e nel 2000 ha causato quasi 350.000 decessi.
http://finanza.repubblica.it/

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lunedì, dicembre 17, 2007

Auguri di Natale a tutti.


Ciao, oggi compio 65 anni e sono ufficialmente in pensione. Sono 19 mesi che combatto contro il tumore laterocervicale sx, e due tumori ai polmoni, e finora siamo riusciti a fermare la loro crescita. I bastardi non devono vincere. Faccio gli auguri di compleanno a tutti quelli che compiono oggi gli anni.

Voglio augurare agli utenti di oknotizie un Buon Natale ed un felice anno nuovo.
Che vivano questi giorni di festa in serenità, circondati dall'affetto di chi gli è vicino.
Auguro buon Natale ai nostri governanti, che si guardino dietro le spalle e ne traggano le loro conseguenze.

Auguro buon Natale ai ricercatori di tutto mondo, grazie a loro molte sofferenze vengono eliminate o perlomeno alleviate.
Auguro bun Natale a chi nei giorni di festa dovrà prestare servizio ed assicurare che i cittadini abbiano i servizi essenziali.

Auguri ai malati e a tutti i sofferenti, che abbiano in questi giorni e non solo, l'affetto dei loro cari e dei loro amici, e che possano guarire per poter festeggiare in felicità il prossimo natale 2008.

Auguro buon Natale a tutte le popolazioni del mondo, che i governanti occulti, rivedano le loro politiche e diano dignità a tutti indistintamente.
In questi giorni sarò felice perchè voi lo sarete, e se non lo sarete, vi sarò vicino ugualmente.
AUGURI A TUTTO IL MONDO, AI BUONI E AI CATTIVI.

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sabato, dicembre 15, 2007

GUARITORE IMPOSE CURE A MALATO CANCRO, ARRESTATO PER OMICIDIO

Ecco una notizia che dà ragione ad uno dei miei post precendenti, nel quale sottolineavo DI NON AFFIDARSI A PSEUDO GUARITORI DI TUMORE. Questi personaggi fanno affidamento sul fatto che siamo deboli e per guarire ci affidiamo e ci aggrapiamo a tutto. Ripeto, affidatevi con fiducia al vostro oncologo, parlate con lui.

"""
Gli investigatori della squadra Mobile di Genova hanno arrestato un guaritore savonese che, impedendo ad una donna che si era rivolta a lui per curare un cancro al seno di rivolgersi a medici "tradizionali", ne determino' la morte.

In manette e' finito Elvio Giuseppe Laurelli, 60 anni, detto il Mago di Quiliano (localita' savonese dove l'uomo esercitava). Laurelli e' accusato di omicidio in seguito ad altro reato, circonvenzione di incapace e esercizio abusivo della professione medica.

I fatti risalgono al 1998. Una madre di famiglia, Antonella Mascherona, afflitta da un cancro al seno, si rivolse al guaritore che, nonostante non vi fossero miglioramenti, le vieto' di rivolgersi a medici specialisti per le cure chemio e radioterapiche (ed eventualmente chirurgiche).

La donna mori'. Seguirono i processi. Ora la corte di appello del Tribunale di Savona ha emesso la sentenza definitva. L'uomo, residente a Cairo Montenotte, e' stato rintracciato stamani a Savona. Dovra' scontare una pena detentiva di 9 anni e 5 mesi. """"
(AGI)

SECONDO ME POCA COSA PER QUELLO CHE HA FATTO

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venerdì, dicembre 14, 2007

Il cellulare aumenta rischio di cancro alla parotide

Un nuovo capo d'accusa per i cellulari arriva da uno studio che contribuirà ad alimentare il dibattito sugli 'effetti collaterali' attribuibili a questo oggetto ormai così diffuso.

Secondo una ricerca israeliana pubblicata sull'American Journal of Epidemiology, l'uso del telefonino aumenta il rischio di tumore alla parotide, la più grossa ghiandola salivare. Se però si alterna l'orecchio a cui si appoggia l'apparecchio, il pericolo diminuirebbe fino a scomparire. I risultati provengono da un team di ricerca del Chaim Sheba Tel Hashomer Medical Centre, guidato da Siegal Sadetzki, e rientrano in uno studio internazionale di 13 Paesi, l'Interphone.

Dalla diffusione dei cellulari molti ricerche hanno sospettato che i telefonini potessero far male, mettendo sotto accusa in particolare le onde radio che emettono e suggerendo possibili associazioni con i tumori della testa e del collo. Tuttavia, finora, il rischio dimostrato è minimo, in particolare per i gliomi. Nel mirino dei ricercatori stavolta ci sono le parotidi, le ghiandole salivari più grandi.

I ricercatori hanno confrontato 460 pazienti con cancro alla parotide, di cui 402 benigni e 58 maligni, con 1.300 soggetti sani. E' emerso che i 'maniaci' del cellulare hanno il 58% di rischio in più di sviluppare questo tumore. In particolare è a rischio chi ha usato molto il telefonino per almeno 10 anni e chi appoggia sempre l'apparecchio allo stesso orecchio. Al contrario, le persone che alternano il lato di ascolto non mostrano un pericolo significativo.

Lo studio Interphone, di cui la ricerca fa parte, è condotto dall'International Agency for Research on Cancer (Iarc) che si trova a Lione e coinvolge 13 Paesi: Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Svezia, Regno Unito, Giappone, Israele, Australia, Nuova Zelanda e Canada.
fonte: adnkronos.com

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giovedì, dicembre 13, 2007

Terapie mirate del tumore al seno

Oggi mi sento abbastanza bene, ho dormito tranquillo e ora devo stare attento in quanto purtroppo la chemio in circolo mi mangia i globuli bianchi e per tutta settimana, il mio sistema immunitario è a bassissimi livelli.

Una notizia:

Un terzo delle donne colpite da tumore al seno non ha bisogno della chemioterapia, mentre diventa indispensabile una "carta d'identità" del tumore. Il doppio messaggio arriva dal consensus workshop che ha riunito oncologi e anatomopatologi per fare il punto sulle diverse metodiche per la determinazione del tumore Her 2 positivo.

Con 39 mila casi nuovi all'anno in Italia, il cancro della mammella sta diventando (lo rivela la diminuita mortalità) sempre più aggredibile, purché diagnosticato precocemente. Ma per centrare l'obbiettivo, è fondamentale un inquadramento preciso del tumore, raggiungibile solo se oncologi e anatomopatologi lavorano in sintonia tra loro.

E questo perché, come spiega Giuseppe Viale, direttore di Anatomia patologica all'Istituto europeo di Oncologia di Milano, ogni neoplasia è diversa dall'altra: "Individuare quella di ognuna delle 39 mila donne significherebbe identificare 39 mila prognosi diverse e altrettante possibilità di cura. Per ora, siamo riusciti a suddividere il tumore del seno in piccoli gruppi e ad applicare protocolli terapeutici personalizzati".

Gli specialisti concordano sull'esigenza di tracciare una "carta d'identità" del tumore sulla base delle sue caratteristiche biologiche. Hanno stilato i dieci parametri per "cucire" insieme, successivamente, la terapia giusta per ogni donna: età, etnìa, dimensioni del tumore, grado di differenziazione, presenza di metastasi e linfonodi, espressione delle caratteristiche biologiche, recettori per gli estrogeni e per il progesterone, espressione di Her 2 (molecola con funzioni recettoriali), capacità delle cellule di proliferare, invasione vascolare.

"Her 2 positivo, che rappresenta circa il 30 % dei carcinomi mammari, è il tumore più aggressivo e con una prognosi peggiore", sottolinea il docente, "ma è anche l'unico per il quale esiste un farmaco biologico, il Transtuzumab (Roche), l'anticorpo monoclonale che agisce contro il recettore Her 2 senza ledere le cellule sane". "Un ruolo chiave è giocato dai markers biologici", aggiunge Angelo Di leo, direttore di Oncologia a Prato, "ovvero di quegli elementi che permettono di stabilire le caratteristiche del tumore".

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mercoledì, dicembre 12, 2007

TUMORI:STUDIO, ASSISTERE MALATO COSTA 1.200 EURO/MESE

Questa notte mi sono sentito male, vomito e nausea mi hanno acompagnato fino alle 5. Gli effetti collaterali della chemio fatta ieri mattina si son fatti sentire. Ora è meglio.
Ora l'ultima terapia di chemio l'ho finita, il 7 Gennaio 08 ho la tac collo, torace e addome superiore. Dopo l'esito decideranno cosa fare.

Una notizia:

Per un familiare che assiste un malato di tumore, oltre al carico di stress, preoccupazione, amarezza, ci sono anche dei costi economici non indifferenti: fino a 1.200 euro al mese.

E piu' di un familiare su tre impegnato nell'assistenza di un malato di tumore al Policlinico Umberto I di Roma ha avuto pesanti ripercussioni sulla propria vita lavorativa a seguito della malattia: il 22% lascia il lavoro, mentre il 13% e' costretto a mettersi in aspettativa.

Da un punto di vista sociale sono quasi drammatici i problemi emersi da la ricerca "Costellazione paziente, famiglia e professionista sanitario" realizzata dalla Fondazione Istud, la piu' antica business school italiana, sulla situazione dei familiari che si occupano dei pazienti malati di tumore.

Il 72% degli intervistati sostiene che la malattia del proprio familiare costituisce una perdita economica rilevante dovuta al mancato guadagno per la permanenza in Ospedale e va tenuto in considerazione che la patologia oncoematologica perdura negli anni. Di questo 72%, il 38% subisce delle perdite stimabili tra i 700 e i 1000 euro al mese, mentre un 25% lamenta delle perdite addirittura superiori ai 1200 euro mensili.

La ricerca mette in evidenza l'opportunita', per alcuni pazienti, della soluzione domiciliare, fornendo il supporto necessario per tale scelta. Sotto questo profilo, il 48% dei pazienti intervistati sceglierebbe di rimanere in Ospedale, mentre il 52% prediligerebbe la casa come luogo per essere curato. I familiari, invece, preferiscono il ricovero nel 71% dei casi, il domicilio nel 23% e nel 6% trovano vantaggi in entrambi i sistemi di cura.

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martedì, dicembre 11, 2007

Associazione Crcssa: no al macello

Ciao, fra poco parto per fare la chemio, speriamo che i valori di Emocromo mi permettano di farla. Vi posto la notizia di questa associazione:

Il CRCSSA (Centro Ricerca Cancro Senza Sperimentazione Animale Onlus) è attivo dal 1996. La presidentessa Maria Grazia Barbieri ha fondato l'associazione nel 1996 insieme a Bruno Fedi, primario ospedaliero, docente universitario e oggi coordinatore del comitato scientifico del CRCSSA, e lo scienziato Giulio Tarro, direttore del comitato stesso. Molti medici hanno aderito all'associazione, che rifiuta la sperimentazione sugli animali, la vivisezione e i protocolli basati su modello animale.

«In passato molti di noi avevano aderito ad associazioni animaliste, senza riuscire però ad ottenere risultati concreti», spiega Barbieri, «la nostra associazione è invece un centro di ricerca che cerca di raggiungere obiettivi concreti».
Il CRCSSA non ha abbastanza mezzi per fare ricerca, ma Giulio Tarro è salito agli onori della cronaca per una scoperta scientifica importante: un nuovo strumento per la diagnosi precoce del tumore al polmone. Si tratta di un marker rappresentato della proteina TLP (Tumoral Liberated Protein).

L'associazione si occupa per lo più della divulgazione e della sensibilizzazione: «la vivisezione ha i giorni contati, dato che oggi non è più economica ed è stata superata dalle nuove tecnologie. Noi vogliamo premere sull'acceleratore affinché scompaia il prima possibile».

Sabato 15 dicembre il CRCSSA organizza il convegno Dottor asino, dottor cavallo. Quando uomo e animale si salvano insieme (alle 10,30 presso lo Star Hotel President di Corte Lambruschini). «L'associazione ha riscattato dai macelli e dai maltrattamenti diciotto cavalli ed alcuni asini, che oggi sono stati affidati alle pensioni per animali». Al convegno si parlerà del progetto No macello: «nascerà ad Arenzano una struttura didattica. Un modo per aiutare i nostri cavalli e chi soffre di depressione, che nella struttura potrà curarsi attraverso il contatto con gli animali».

Nel corso del convegno verrà presentata la petizione che vuole estendere anche ai cavalli la legge contro il maltrattamento di cani e gatti. Si parlerà anche della possibilità di una nuova anagrafe equina, perché i cavalli vengano considerati animali da vita.

Il convegno del CRCSSA sarà moderato dalla giornalista Silvia Neonato; i relatori sono Luisella Battaglia dell'Università di Genova, l'ispettore Fise Andrea Bianchi, il pediatra Marco Cingolani, il veterinario Roberto Da Pozzo, Luca Doglio, fisiatra al Gaslini, Franco Manti dell'Università di Genova e l'agronoma Francesca Neonato. Alla fine del convegno è previsto un buffet vegetariano.

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lunedì, dicembre 10, 2007

TUMORI: LINFOMI, ANTICORPO RADIOATTIVO COMBATTE CELLULE MALATE

Stamani alle 7 ho fatto ilprelievo del sangue per il controllo dei valori EMOCROMO, che se tutto va bene domani faccio la chemio. Mi sento abbastanza bene, il tempo qui è brutto anche stamani è molto nuvoloso.
Una notizia che può interessare:

Una nuova 'arma' intelligente di seconda generazione è disponibile e funziona facendo regredire completamente i linfomi non-Hodgkin in quasi 9 pazienti su 10 (nell'87%): é un anticorpo monoclonale (90Y-ibritumomab tiuxetano) arricchito di ittrio-90, un radioisotopo che guida il farmaco solo sulle cellule malate risparmiando quelle sane.

Agisce per ora contro uno dei tumori più aggressivi e subdoli, i linfomi non-Hodgkin di tipo follicolare che colpiscono intorno ai 60 anni e che per molto tempo restano silenti (indolenti) fino a disseminarsi e richiedere perciò una terapia rapida e molto efficace.

Lo confermano i risultati dello studio FIT (First-line Indolent Trial) che sono stati presentati al 49° meeting dell'American Society of Hematology in corso ad Atlanta, Georgia, negli USA.

"Si è registrato - spiega il prof. Mario Petrini, direttore della Clinica Ematologia di Pisa e coordinatore italiano dello studio - che il 77% dei pazienti che dopo la chemioterapia avevano avuto solo una remissione parziale della malattia, hanno avuto una remissione completa, per un totale di 87% dei pazienti che hanno ottenuto tale remissione completa.

Inoltre si è registrato un prolungamento del periodo libero da malattia di circa 2 anni". Lo studio ha visto l'Italia giocare da protagonista: "Siamo stati il secondo Paese al mondo come pazienti arruolati - conclude Petrini - con ben 11 centri coinvolti e la conferma di una grande collaborazione fra ematologi e medici nucleari".

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sabato, dicembre 08, 2007

Correlazione tra infiammazione di un organo e tumore. Domanda e risposta Dott. Veronesi.

Domanda e risposta al Dott. Veronesi:

"" Egregio Professore, in una recente trasmissione televisiva ho sentito che ci può essere correlazione tra infiammazione di un organo e tumore. Gentilmente le chiedo delle delucidazioni. ""

Risposta

Il nesso tra infiammazione e cancro, ipotizzato per la prima volta quasi trent'anni fa, è oggi riconosciuto evidente in tutto il mondo scientifico, tanto che secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità il 20% dei casi di tumore sono attribuibili a un virus o a un'infiammazione.

È dunque stato accertato scientificamente che a volte l'infiammazione è il terreno prolifico in cui il cancro si sviluppa. Diversi studi hanno dimostrato che alcune forme croniche di infiammazione in determinati organi favoriscono l'insorgere del tumore: ad esempio la colite ulcerosa, che rappresenta un terreno favorevole per il cancro del colon-retto.


Naturalmente questo non significa che la diagnosi di un'infiammazione intestinale cronica corrisponda necessariamente a una diagnosi di cancro, ma semplicemente che la situazione di rischio individuale aumenta e che quindi la persona si deve controllare di più rispetto alla media della popolazione. Del resto il legame tra processo infiammatorio e processo tumorale è provato anche dal fatto che un tumore, indipendentemente dal fatto che sia stato o meno concausato da un'infiammazione precedente, per crescere crea un ambiente infiammatorio.

Lo studio di strategie in grado di interferire con il meccanismo infiammatorio può quindi aiutarci a sviluppare terapie mirate a colpire il micro-ambiente che sta intorno alle cellule tumorali, nel quale queste cellule crescono e proliferano. Già oggi è stato accertato che l'uso di anti-infiammatori non steroidei (come l'aspirina) proteggono dal cancro al colon.

Per la cura del mieloma multiplo si usa la talidomide, un medicinale che agisce sui meccanismi dell'infiammazione che favoriscono il tumore. Inoltre sono in sperimentazione farmaci analoghi per bloccare la crescita dei tumori dell'ovaio e del rene.

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Tisana venduta sul web non è un rimedio

Stamani sta piovendo, l'inverno ormai sta entrando veloce nel nostro corpo, nelle nostre sensazioni, nei nostri umori. Guardo fuori dalla finestra e vedo tutto sto grigiume, il vento che forte smuove l'albero di tiglio che cresce a 10 metri da casa e che lascia cadere le ghiande.

Stamani sono un po' piagnone e andando sul web in cerca di notizie vi passo questa che credo sia interessante; le speculazioni sulla nostra malattia sono infinite:

Un'indagine scientifica ha bocciato una tisana anti-cancro che riscuote grande successo tra gli utenti del Web. E' la Essiac, un cocktail di erbe di origine indiana commercializzato su internet come toccasana contro il cancro al seno.

Una ricerca condotta all'Asl 11 di Empoli insieme al dipartimento di oncologia medica di Giammaria Fiorentini ha rilevato come la tisana non "offre alcuna prova di utilità o di attività antitumorale nè serve a migliorare la qualità della vita dei pazientì'.

La ricerca ha inoltre verificato che la bevanda può perfino favorire la proliferazione di cellule maligne e danneggiare di più proprio le donne già malate. ATTENZIONE DUNQUE.

Altre notizie le trovate qui:
http://www.valdelsa.net/det-cy18-it-EUR-14548-.htm

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giovedì, dicembre 06, 2007

Le fragole di bosco combattono il cancro

Stamani non ho fatto la chemio causa globuli bianchi molti bassi. Lunedi farò prelievo e martedi se i valori emocromo saranno normali farò la terapia.

Una notizia per gli amanti delle fragoline di bosco:

Si oppongono alla proliferazione delle cellule cancerose. Si tratta delle fragole di bosco, la cui azione antitumorale è riconducibile all’elevata presenza di vitamina C e antiossidanti. Ma non tutti i tipi di fragole funzionano allo stesso modo.

Shiow Y. Wang, fisiologo e biochimico del Department of Agriculture's Agricultural Research Service di Beltsville (USA), ha studiato campioni di tutte le varietà di fragole selvatiche, scoprendo che solo sette tipi di queste risultano efficaci in tal senso.

Secondo lo studioso “è opportuno incentivare la coltivazione delle ‘sette varianti anticancro’ in modo da ‘evitare il ricorso ai medicinali’”.

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mercoledì, dicembre 05, 2007

Lo scudo contro il cancro è dentro di noi

Domani son di chemio e nell'attesa vi passo questa notizia:

Equilibrium in bilico - Conclude così l’ultimo studio pubblicato online da Nature, condotto da un'equipe internazionale, cui ha partecipato anche William Vermi dell'Università di Brescia, guidata da Catherine M Koebel della Washington University School of Medicine (Usa).

I risultati della ricerca spiegherebbero perché, in alcuni casi, i tumori smettano di crescere cominciando un periodo di inattività. Gli autori dello studio chiamano questo periodo di stallo “equilibrium”, durante il quale il sistema immunitario frena la moltiplicazione delle cellule tumorali, uccidendone una parte, senza però riuscire a eliminare del tutto il tumore.

La sperimentazione - I ricercatori hanno iniettato piccole dosi di agenti cancerogeni nei topi: dopo aver separato le cavie con tumori in progressione, hanno potuto osservare, nelle restanti, delle masse tumorali di dimensioni ridotte e stabili, nella parte in cui era stata effettuata l’iniezione. 'Disattivando' poi alcuni agenti immunitari, il tumore è cresciuto, a dimostrazione del fatto che era effettivamente tenuto sotto controllo dal sistema immunitario.

Immuno sorveglianza sotto sorveglianza - La teoria dell'“immunosorveglianza”, controversa fin dalla nascita, sosteneva che il sistema immunitario riconoscesse le cellule tumorali come nemiche e che si attivasse per attaccarle nello stesso modo con cui attacca agenti patogeni o estranei. Nel 2001 è stata però proposta una revisione di questa teoria: in seguito al riconoscimento delle cellule tumorali da parte del sistema immunitario, si pensa che ci siano tre possibili
'scenari'. Il sistema immunitario potrebbe infatti distruggere completamente il cancro, essere del tutto inefficace o cominciare una fase di equilibrio in cui lo rallenta solamente. Finora quest'ultimo caso non era stato mai dimostrato.

La speranza nell’immunoterapia - Secondo i ricercatori è quindi possibile che alcuni tumori siano silenti all'interno degli organismi e che si manifestino soltanto invecchiando o dopo l’esposizione a fattori di stress fisici o ambientali che provocano un crollo del sistema immunitario. Gli scienziati dovranno ora effettuare esami a livello molecolare per capire cosa accade durante l’equilibrium. L'idea, ancora molto lontano dal realizzarsi, è quella di “usare l’immunoterapia per indurre artificialmente lo stato di equilibrium e per convertire il cancro in una malattia cronica, ma sotto controllo”, sostengono gli autori. (m.g.)

Fonte: Nature
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martedì, dicembre 04, 2007

SALUTE: CARBOIDRATI TROPPO COTTI RADDOPPIANO RISCHIO CANCRO

Ciao, in questi giorni mi sento abbastanza bene, ecco perchè non ho postato, non avevo niente da dire di particolare, ho appetito, mangio cavolo, zucchine, verza, peperoni, mele renette, un po' di carne bianca, e pasta. Domattina vado a fare il prelievo che giovedi ho la chemioterapia da fare.

E a proposito di cibi, c'è questa notizia che per gli amanti dei fritti, non è tanto buona.

Cuocendo i carboidrati a temperatura troppa alta si sviluppa una sostanza cancerogena che raddoppia il rischio di tumore all’utero e alle ovaie. L’imputato e l’amido acrilico, o acrilamide, che si trova nei cibi a base di amido fritti, tostati o cotti eccessivamente al forno.

A lanciare l’allarme in Gran Bretagna e’ stato il ‘Daily Tehelgraph’ che in prima pagina ha pubblicati i risultati di uno studio olandese condotto dall’Universita’ di Maastricht su 120.000 persone, meta’ delle quali donne.

La ricerca ha stabilito che nelle donne che mangiano alte quantita’ di acrilamide (basta una sacchetto di patatine fritte o mezzo pacco di biscotti corrispondenti pari a 40 mg della sostanza) i rischi di ammalarsi di tumore raddoppiano.

Le chance di fare un’inconsapevole scorpacciata di acrilamide sono molto piu’ alte se si mangia’ fuori casa, in fast-food o ristoranti. L’agenzia britannica per la sicurezza alimentare, ‘Food standard agency’, consiglia quindi di prestare particolare cautela quando si cuociono alimenti ricchi di carboidrati evitando di esporli a un eccessivo calore. Insomma, cotti si, bruciacchiati no.

Una scheda che parla di carboidrati la trovate QUI

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sabato, dicembre 01, 2007

Mele anti tumore: vince la Renetta

Alla domanda «Può una mela tenere lontano l’oncologo?» i ricercatori dell’Istituto Mario Negri con la collaborazione del Cro di Aviano, dell’Istituto Tumori di Genova, del Pascale di Napoli, del Regina Elena di Roma e dell’Agenzia per la Ricerca sul cancro di Lione hanno risposto “Sì”.

La ricerca, presentata sugli “Annals of Oncology”, riporta i risultati di una serie di studi condotti in Italia dal 1991 al 2002 sulle abitudini alimentari di oltre ottomila pazienti affetti da diversi tipi di tumore paragonate a quelle di un gruppo di oltre seimila persone affette da patologie diverse dal tumore: i dati sui pazienti che non consumavano mele sono stati confrontati con quelli dei pazienti che consumavano una e più al giorno. Ne è emerso che il rischio di tumore nei consumatori di mele si riduce del 21% nel caso del cancro del cavo orale, del 25% per il cancro esofageo, del 20% per il cancro del colon retto, del 18% per il cancro della mammella, del 15% per quello ovarico e del 9% per quello della prostata.

Secondo gli esperti, il merito di tale capacità preventiva starebbe nel contenuto di polifenoli, in particolare procianidine, antiossidanti che contrastano i radicali liberi, l’invecchiamento e proteggono dalle malattie cardiovascolari e dai tumori. Sulla base del tenore di polifenoli, gli esperti hanno stilato una classifica delle mele anti-tumore: in pole position si trova la Renetta, seguita da Stark Deliciuos, Granny Smith , Morgendeft, Goldel Delicious, Royal Gala e Fuji.

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